Da che mondo è mondo, le leggi sono figlie del loro tempo. La normativa edilizia non fa eccezione: ecco perché ci si affida agli esperti del campo quando si tratta di progettare o ristrutturare casa. Un buon architetto tiene conto di vincoli, misure, prescrizioni stabilite dal Legislatore.
Nel caso del bagno, non si può prescindere dal Decreto Ministeriale n.190 del 1975, che ha introdotto il concetto di obbligatorietà dell'antibagno, adeguando le normative igienico-sanitarie al moderno concetto di spazio abitativo. Se la tendenza privilegia l'open space, è necessario ripensare la zona bagno in modo che ci sia un locale filtro che isoli i sanitari dal resto della casa. Lo prevedono anche i Regolamenti edilizi Comunali: tra bagno e zona giorno devono esserci almeno due porte. Ecco che laddove non sia già presente un disimpegno, un atrio o un corridoio, è obbligatorio inserire un antibagno.
Obbligo sì, ma anche un'occasione per arricchire il proprio appartamento di un nuovo spazio piacevole, utile e funzionale.
Prima di pensare all'utilizzo, vediamo quali caratteristiche deve rispettare un antibagno. Innanzitutto le misure, non prescritte dal Decreto, ma sancite nella maggior parte dei Regolamenti Comunali: larghezza minima 1 x 1,2 metri, altezza 2,4 metri. L'antibagno può essere cieco, cioè senza finestra (non se c'è una caldaia!), nel qual caso è opportuno predisporre un sistema di ventilazione. Le pareti devono essere impermeabilizzate e sanificabili almeno fino ai 2 metri di altezza; il pavimento deve essere in materiale antiscivolo e disinfettabile. Ora che abbiamo un antibagno a norma, come arredare? Quali elementi d’arredo scegliere? Veniamo al dunque...
Ecco alcune idee per sfruttare l'antibagno, sempre tenendo bene a mente lo spazio a disposizione e in caso di necessità consigliando porte a soffietto o scorrevoli per separarlo dal bagno: